La cronaca che chiameremo ufficiale assegna la fondazione di Padova all'anno 1184 prima di Cristo e cioè 430 anni prima di Roma, ma secondo alcuni storici le sue origini sono ben più remote e si perdono nella notte dei tempi. I primi abitatori di questo nostro terreno sembra provenissero dall'Asia come del resto proviene tutta l'umanità. I primissimi abitanti vennero in seguito cacciati e dispersi da un'orda di barbari Sciti provenienti da una regione dove oggi c'è l'Afganistan, ma in seguito i primitivi abitanti ritornarono alla loro terra e presero le abitudini ed anche i costumi religiosi di quei barbari. Tutto ciò avvenne molto prima della guerra e della distruzione della città di Troia dalla quale sarebbe poi venuto il profugo Antenore principe troiano e leggendario fondatore della nostra città. Secondo quanto scrisse Erodoto, storico greco che visse' nel 400 prima di Cristo, era di origine asiatica anche il modo di maritare le giovani che usavasi ai quei tempi nel nostro territorio e in gran parte del Veneto. Questo metodo consisteva che in un certo giorno dell'anno si riunivano tutte le fanciulle di ciascuna borgata ed i giovani sceglievano tra esse la sposa, e naturaìmente le prescelte erano le più belle, ma la legge aveva in tal caso una compensazione, che cioè ogni sposo doveva pagare una data somma che serviva a formare la dote alle più brutte. In seguito tali costumanze, di origine asiatica, e già praticate in antico anche a Babilonia ed in Persia. scomparvero dalle nostre terre. Antichissimo fra noi era anche il costume della dote portata dalla sposa, ma risulta che nel medio evo erano doti che oggi farebbero ridere. Da un documento del 1153 si rileva che una fanciulla di Monselice portò in dote lire cinquanta venete (la lira veneta a quell'epoca aveva. un valore press'a poco di lire 3 oro attuali) e, lo sposo regalò alla medesima un appezzamento di terra coltivato a vigne, ma bisogna osservare che a quel tempo un campo di terra pagava d'affitto annuo circa soldi 8 veneziani, cioè circa lire una e cinquanta oro di oggi, oltre ben inteso le cosiddette onoranze dovute al proprietario.
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